PAC e Nuovo Piccolo Teatro

Padiglione d'Arte Contemporanea

Il 27 luglio 1993 Milano è funestata dall’attentato al PAC, rivendicato poi da Cosa Nostra. Una bomba piazzata a lato dell’ala che dà su via Palestro la fa crollare interamente. Di lì a poco si sarebbe dovuta inaugurare una retrospettiva su Mario Nigro, forse la più importante a lui dedicata fino a quel momento. venti delle tele che avrebbero occupato le sale del PAC si trovavano vicine alla parete a ridosso della quale è esplosa la bomba e sono andate distrutte. Quasi tutte le altre sono rimaste gravemente danneggiate.

Daverio è appena stato nominato assessore e si trova a dover gestire la situazione a livello politico e soprattutto mediatico. Si impegna immediatamente per l’affidamento dei lavori di ricostruzione, di cui inizialmente viene incaricato l’Ing. Morganti. Ma quando il bilancio si fa più chiaro e i costi previsti superano abbondantemente le aspettative, è necessario trovare altri finanziatori. I tempi si allungano e la stampa (sono esposti alcuni articoli) si scaglia contro il neo-assessore. Esemplificativo della polemica è quanto scritto nell’articolo uscito su “La Repubblica” il 27 novembre 1993 di Paolo Vagheggi, dove si legge: “L’assessore alla cultura di Milano, Philippe Daverio sostiene che tutti i progetti per il nuovo Padiglione d’arte contemporanea saranno pronti entro un paio di mesi e che all’inizio del 1995 partiranno le gare d’appalto. Ma non raccoglie consensi. ‘Andiamo avanti troppo lentamente. Se il Comune non si muove io mi ritiro. Sono demoralizzato’, tuona l’ing. Alfonso Morganti, a capo di un consorzio di imprese che ha promesso di edificare gratuitamente il Pac. E senza di lui i soldi dovrà trovarli il Comune. O dovrà intervenire l’odiato Stato unitario?”.

L’assessore, per tutta risposta, si mobilita per coinvolgere i privati, imprenditori, industriali, istituti di credito. Nonostante le critiche, e mosso dalla sua peculiare caparbietà, Daverio riesce, alla fine, ad ottenere dal solo Bernardo Caprotti, titolare della catena di supermercati Esselunga, 3 miliardi di lire, ovvero il 50% del capitale necessario per concludere i lavori.

Il merito principale di Daverio è stato sicuramente quello di aver imposto che il PAC venisse ricostruito seguendo il progetto originale di Ignazio Gardella del 1955.

Dopo tre anni dall’attentato, i lavori vengono conclusi permettendo di inaugurare nuovamente il PAC, il 15 luglio 1996, con la mostra “Omaggio a Leo Castelli”, sponsorizzata tra gli altri, ancora una volta, da Caprotti. All’inaugurazione presenzierà lo stesso Leo Castelli su invito personale di Daverio (è esposto parte del carteggio). I due si erano conosciuti a New York diversi anni prima e avevano stretto una solida amicizia. Tra gli altri invitati ci sono Gio Marconi, Emilio Tadini, Luigi Veronesi, Gae Aulenti, Vico Magistretti, Achille Castiglioni e l’allora ministro dei Beni Culturali Walter Veltroni (tutti in fotografia). Milano ha così l’occasione per la prima volta di vedere i capolavori delle neo-avanguardie americane tra cui Andy Warhol, Robert Rauschemberg, Jasper Johns, Joseph Kosuth, Richard Serra, Cy Twombly, Donald Judd, Hanne Darboven, Bruce Naumann, Salvatore Scarpitta, Dan Flavin e Bob Morris.

Nuovo Piccolo Teatro

Philippe Daverio e l'Ing. Colombo di MM sul cantiere del Nuovo Teatro di Via Lanza" (foto Comune di Milano)

Uno dei punti di riferimento della vita culturale milanese è senza dubbio il Piccolo Teatro insieme al suo storico direttore Giorgio Strheler. Primo teatro pubblico e anche primo teatro stabile d’Italia, dopo la seconda guerra mondiale.

Quando Daverio arriva a Palazzo Marino, trova i lavori per la nuova sede del Piccolo Teatro progettata dall’ architetto Marco Zanuso in piazza Lanza, in ritardo di 18 anni, portati avanti a singhiozzo dalle precedenti amministrazioni.

La situazione è complicata ma Daverio è determinato a terminare i lavori che permetteranno alla nuova sede di essere inaugurata di lì a pochi anni.

Si immagina e realizza un ambizioso progetto che fa di Milano la capitale del mondo teatrale europeo, intitolato “Festival Teatro d’Europa”, in cui il Piccolo, già Teatro d’Europa dal 1991, per decreto ministeriale, si fa ente ospitante di spettacoli proposti e messi in scena da tutti i più importanti teatri europei.

La Giunta, nella persona dell’assessore alla Cultura, che nel frattempo ha “ereditato” anche i Lavori Pubblici e l’Educazione, trovandosi così a gestire quasi il 60% del bilancio del capoluogo lombardo, si prodiga fin dall’insediamento nel 1993 per far riprendere i lavori e portarli a termine il prima possibile, istituendo un canale di comunicazione diretto con il ministro Veltroni.

Nonostante le polemiche siano andate avanti fino al 1998, anno in cui ufficialmente il Nuovo Piccolo Teatro inaugura con il primo spettacolo aperto al pubblico, Daverio riesce già nell’aprile 1996, a discapito di quanto affermato dalla stampa del periodo, ad effettuare il collaudo generale, come dimostra la documentazione esposta. Nel gennaio 1997, infatti, viene indetta una festa celebrativa per la fine dei lavori.